Io l’ho vista diventare donna, Violante.
Quando l’ho incontrata la prima volta, trent’anni fa, era una bambola coi codini neri. L’ho vista tra un gruppetto di altri bambini nel suo grembiulino bianco col fiocco rosa. Attraversava la strada tenendo per mano una delle maestre; andavano a fare una gita per Roma. Avvicinandomi le ho sorriso e lei ha ricambiato, folgorandomi. Poi l’ho vista adolescente, allampanata e coi capelli corti. Alla maschietto, un po’ come la Hepburn. E dopo, l’ho vista alle scuole medie tra le vespe e i motorini dei suoi compagni mentre si scambiava occhiatine con un ragazzino che le piaceva tantissimo. L’ho invidiato, quel ragazzino, le ha rubato il primo bacio.
Al liceo l’ho vista mentire a sua madre per trascorrere le serate a far baldoria fuori dai pub, o in giro per Roma, sempre scortata da qualche ragazzo: il suo carnet era tra i più richiesti, ma lei non ha mai concesso niente a nessuno finché non è arrivato quello giusto. E lui l’ho invidiato ancora di più. In realtà, avrei voluto ucciderlo. Portandola a casa, un pomeriggio che i suoi genitori non c’erano, l’ha fatta sua.
Poi l’ho vista sbocciare, formarsi e diventare studentessa di architettura, facoltà che ha abbandonato per aiutare al ristorante. In quel periodo portava i capelli sulle spalle. E ancora, l’ho vista con quel vigliacco che le aveva promesso il mondo, e che l’ha fatta divenire madre. E la gravidanza le ha donato quel fascino in più che la rende voluttuosa, tenera e protettiva. Tipico delle donne italiane. In un certo senso, sono stato il suo angelo custode.(Tratto da: Caldo sangue)
Opera: Violante – Tiziano
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