Digressione numero quattro: ho già detto che sono diciassette anni che non uccido una persona. Di sangue umano ne bevo, ma senza fare vittime: come in mezzo all’oceano quando gli spostamenti da un continente all’altro duravano mesi e mesi, lì è difficile avere scelta. Nutrirmi di sangue da tante gole per pochi sorsi, senza fare vittime, è fattibile grazie al mio naturale fascino. Parole suadenti, nebulose, et voilà: un gioco da ragazzi. Ma devo farlo costantemente, la fame dev’essere a un livello accettabile affinché non perda il controllo. Ora sono molto affamato. E c’è un problema che finora ho sottovalutato: la sensibilità. Noi vampiri siamo altamente sensibili, io in special modo. E abbiamo un forte istinto. Siamo animali da caccia ematofagi: ci attira il sangue.
Ho avuto rapporti sessuali con donne anche dopo cinque, sette giorni dall’ultimo pasto, ma la frenesia dell’amplesso mi coinvolge troppo: sono passionale. E mai come con Violante mi è capitato di avvertire il languore della fame e del sesso con la medesima intensità. I miei simili banchettano regolarmente con la propria amante, alla fine del rapporto. O durante. È capitato. E lei mi fa accumulare troppa pressione.
In questi due giorni ho avuto la conferma: Carpazia non detiene più il primato della mia considerazione. E se ho voglia di Violante tanto quanto ne ho voglia adesso, temo che la suddetta frenesia, se la stringessi tra le braccia prima di riempirmi lo stomaco, possa trasformarsi in qualcos’altro.
― Il tavolo cinque fa i complimenti ― ci interrompe Saverio. Grazie, giovane centurione. Hai appena salvato la tua datrice di lavoro dall’assalto di un vampiro voglioso e affamato.

(Tratto da: Caldo sangue)

 

Opera: Saturno che divora i suoi figli – Francisco Goya