#23: Digressione numero quattordici: i vampiri non possono piangere.

Digressione numero quattordici: i vampiri non possono piangere. Ma il dolore e lo sconforto lo proviamo anche noi. E non ci è possibile tirarlo fuori. Il male, le delusioni, l’afflizione, ci invadono il cuore di marmo e in qualche modo cerchiamo di farli passare.
C’è chi lo fa concedendosi lunghe pause dal mondo, dalla vita, allontanandosi,

#22: Giovane centurione: il tuo cuore s’è incrinato.

Giovane centurione: il tuo cuore s’è incrinato. Lo sapevo che prima o poi te l’avrebbe spezzato, ma non la credevo capace di farlo così in fretta. Non te la devi prendere: Odessa è frivola, non è profonda quanto te. Persino il suo nome non significa niente, è solo il nome dell’omonima città russa. Ma tu

#21: Mi guarda come se fossi un angelo.

È nell’oblio della droga, nel viaggio sintetico che la dose impura e mal tagliata gli procura. Sorride stanco, ha la testa afflosciata da un lato, soffre. Non ha la forza di alzarsi, non ha la forza di andarsene.
Lo raggiungo e lo abbraccio da dietro per dargli conforto, si rilassa e sollevando il capo, mi guarda

#20: Ave, Caesar, morituri te salutant.

Dirigendomi al Testaccio aspetto che si facciano le 16, orario in cui aprono i negozi. Qui, in cima alla montagnola di cocci, vi trovo quasi sempre Ottavio.
― Ave, Caesar: morituri te salutant― gli dico battendomi il pugno chiuso sul torace. La mia uscita paradossale lo fa esplodere in una grassa risata. E con lo stesso,

#19: la gerarchia in cucina.

La gerarchia, in una cucina, va fatta osservare. Ci vuole disciplina per creare una buona brigata, ma il rispetto di una persona come Aldo si deve guadagnare. E se ci si riesce, si lavora con serenità, facilità e contentezza.
― Grazie. ― Sollevando solo il braccio mi risponde agitando una mano. Peculiarità degli italiani, parlare con

#18: la frutta rossa.

La frutta rossa, su di me ha sempre un fascino particolare.
Violante si avvicina e le guarda con occhi languidi, anche lei ama le fragole. Lei ne ama il gusto, la consistenza. Io amerei prenderne un pugno e schiacciarlo, facendone cadere pioggia succosa sulla sua faccia. Vorrei bagnarle le guance e ammirare la polpa scivolarle giù

#17: Il tartufo è un piccolo tesoro.

È una pietanza particolare, il tartufo. Non è un cibo comune: è raro e costoso, e non si può coltivare. Alcuni anni è introvabile, dipende dal clima dell’estate, dalle piogge, dall’umidità. E quando si trova, lo si tratta come un tesoro. Un tesoro piccolo, informe e bitorzoluto. Un agglomerato di cellule plasmato dal tempo che

#16: L’anticamera dell’Inferno.

Sono orrendi, i nostri occhi, quando la parte bestiale predomina e prende il sopravvento. Probabilmente sono l’anticamera dell’Inferno. E fanno paura. Facciamo paura. E il ragazzino, ha avuto paura.
Gliel’ho letto sul volto, poi non è più stato necessario carpirla. L’ho sentita nel naso: s’era pisciato addosso. Il suo corpo ha reagito con la manifestazione naturale

#15: L’etica tra vampiri.

Fino alle 3 ho vagato sulle Mura Leonine, e alla Porta Angelica ho incontrato due miei simili che, balzando accanto a me, hanno consumato il loro pasto. Stanotte, due spacciatori non hanno fatto ritorno a casa. Almeno non erano boy scout, mettiamola giù così. Mi hanno invitato alla condivisione, tra di noi succede.
Digressione numero cinque:

#14: Amo l’odore del tabacco.

Amo l’odore del tabacco. Soprattutto quello dei sigari e delle pipe. Io non fumo, non ne sento la necessità, ma alcuni miei simili lo fanno. Il fumo non ci causa nessun problema: non abbiamo i polmoni, o meglio, li abbiamo, ma sono secchi. E il fumo che entra nella nostra cavità toracica, fa il giro