#13: Non uccido da diciassette anni.

Digressione numero quattro: ho già detto che sono diciassette anni che non uccido una persona. Di sangue umano ne bevo, ma senza fare vittime: come in mezzo all’oceano quando gli spostamenti da un continente all’altro duravano mesi e mesi, lì è difficile avere scelta. Nutrirmi di sangue da tante gole per pochi sorsi, senza fare

#12: Io l’ho vista diventare donna, Violante.

Io l’ho vista diventare donna, Violante.
Quando l’ho incontrata la prima volta, trent’anni fa, era una bambola coi codini neri. L’ho vista tra un gruppetto di altri bambini nel suo grembiulino bianco col fiocco rosa. Attraversava la strada tenendo per mano una delle maestre; andavano a fare una gita per Roma. Avvicinandomi le ho sorriso e

#11: Pochi clienti si attardano ai tavoli.

Pochi clienti si attardano ai tavoli fuori, protetti dalle vetrate del dehor d’inverno. Una coppia finisce di bere un amaro, e un gruppetto di ragazzi americani fin troppo eccitati dal vino, dalla serata frizzante e dalla vacanza in Italia, si accinge a oltrepassare le siepi che delineano il limite del passaggio. Strani, gli americani. Non

#10: Nel petto ho un cuore di marmo.

L’idea collettiva dei vampiri è quella del messaggero del diavolo, dell’oscuro viaggiatore, del succhia sangue a tradimento, della bieca, maledetta e infame creatura della notte. Deluderò molti lettori nel descrivere me stesso, ma tant’è che preferisco essere sincero e raccontare il mio punto di vista. Come vi ho detto, uno dei più terribili nemici del

#9: Il blu dei miei occhi non riflette la luce.

Fisicamente sono un bel ragazzo: alto un metro e ottantatré, ho i capelli neri che porto corti, leggermente ingellati alla moda sbarazzina di oggi, e gli occhi blu. Non sono celesti o cerulei, sono proprio blu. Più scuri degli zaffiri: simili all’azzurrite o all’agata. Il colore dei miei occhi spiazza la gente perché sembrano neri.

#8: Nel 1523 sono stato iniziato.

Lavorai tre mesi interi, notte e giorno da un conciatore sul lungo Tevere per permettermi mezz’ora tra le sue cosce. L’iter era farsi trovare sotto le sue finestre, non prendeva appuntamenti: Carpazia aveva il privilegio di sceglierli, i clienti. E io ebbi la fortuna di essere scelto da lei. Mi notò tra i vari militari

#7: La notte in cui fui trasformato.

Proseguiamo con alcune informazioni personali. Mi chiamo Ranieri.
L’etimologia del mio nome è germanica: Raganhar è composto dalle due parole normanne Rigon, che significa “consiglio”, e Hari, che significa “esercito”. E in tedesco antico, Reiner significa “guerriero per volere divino”. Quindi, potrei essere definito un “guerriero che guida un esercito sotto consiglio divino”. L’accezione è comica

#6: Ascoltare il cibo.

Amo gli odori del cibo umano. Sono atipico, per essere un vampiro. Ai miei simili piacciono i profumi del mondo, ma non sopportano quello del cibo. Io sì. Credo che sia un retaggio dell’essere italiano.
Avverto sulla pelle il calore del pane sfornato da una bottega, assorbo l’effluvio che si alza dal collo di una bottiglia

#5: La malinconia affascina.

Ci sono miei simili che vivono in costante crisi malinconica, girando il mondo fasciati in abiti gotici, considerando la loro condizione un sinistro dono oscuro o addirittura una maledizione. E devo ammettere che il ruolo di angeli neri che si sono cuciti addosso lo recitano alla perfezione, sguazzando come magistrali interpreti tra musica dark, rock,

#4: Essere dannati è un punto di vista.

Eccoci alla questione morale. Siete dannati? A questo non so rispondere. Credo in Dio e credo anche che sia Lui il creatore della nostra specie. Non è scritto su nessun documento ufficiale che apparteniamo alle forze delle tenebre. È folklore, leggenda. Anche i pipistrelli sono considerati abbietti e orribili. Eppure sono animali ematofagi, come lo