L’eternità è non vivere di solo cibo.

Ranieri-stazioneL’essere umano è curioso, ed è giusto che sia così. La curiosità è sana, e porta consapevolezza e conoscenza. Ci sono persone che non hanno mai lasciato la propria città di nascita o addirittura il proprio piccolo paese. È fondamentale avere un posto da chiamare casa, ed è una di quelle cose che se mancano, fa sentire sperduti e soli. Ma c’è un aspetto della vita che non va sottovalutato: la conoscenza. Non parlo della conoscenza accademica che comprende lo studio, l’analisi, la ricerca delle soluzioni ai problemi, ma parlo della conoscenza di se stessi. Viaggiare aiuta a confrontarsi col mondo, con le altre culture e le altre tradizioni. Nella nostra meravigliosa Italia coesistono la cultura e la storia più invidiata al mondo. La storia del nostro paese è riconosciuta come patrimonio dell’umanità in ogni angolo del globo ed è una meraviglia per gli occhi e per l’anima. Sono orgoglioso di essere italiano, non vorrei essere nato in nessun altro paese al mondo, anche se ne ho girati moltissimi. La cosa fantastica e incredibile è che in altri frangenti, in altri caratteristici folklori, ho trovato comunque un sapore di casa. Forse sono io ad essere talmente innamorato del Bel paese da non avere occhi che per la mia patria. O forse è come dice il proverbio: tutto il mondo è paese. Significa che l’umanità ha dato molto e ricevuto altrettanto dalle contaminazioni, dalle migrazioni, dallo scambio culturale di usi e costumi, e non è così raro accorgersi, condividendo pensieri e riflessioni, che il contadino della remota regione del Bang Krathum in Thailandia, agisce e cura il proprio raccolto come farebbe un contadino dell’entroterra toscano. Girare il mondo è una delle esperienze più belle che l’essere umano possa fare. Certo, finché non ti viene a noia. A volte è questione di quattrini, a volte di tempo, a volte di voglia. Ci sono possibilità infinite per viaggiare, non è necessario spendere migliaia di euro anche solo per spostarsi da una costa all’altra, in Europa. Personalmente, preferisco il viaggio alla meta, soprattutto quando mi capita di condividere l’esperienza con qualcun altro. Vedere negli occhi di chi hai accanto la meraviglia di un posto nuovo, conoscere le abitudini della gente, condividere le proprie: è questo il regalo più bello. Ho girato in tutto il mondo, vissuto in varie città, visitato posti che per molti sono inaccessibili. In questo diario di viaggio vi racconterò di alcune avventure che mi sono capitate, della gente che ho conosciuto, del perché un luogo mi è rimasto particolarmente nel cuore. Succede a tutti di innamorarsi di un posto diverso, nessuno è immune da questa condizione. L’importante è saper considerare dove piantare radici, riconoscendo il luogo giusto, decidere di fermarsi e farlo divenire la propria casa.

Torino – Concerto dei Muse

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Finalmente, ho tenuto fede alla promessa che avevo fatto a Saverio e siamo andati a vedere il concerto dei Muse a Torino. Quando siamo arrivati al Palasport, Saverio era elettrizzato: non era mai stato a un concerto di quelle dimensioni e soprattutto, non vedeva l’ora di ascoltare i suoi idoli cantare dal vivo. Per tutta la durata del concerto ha urlato a squarciagola le canzoni: non avevo la più pallida idea che le conoscesse tutte a memoria! Credo si sia scorticato le mani a forza di applaudire e agitarsi!
Abbiamo fatto

New York

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Ugolino e i suoi figli – Jean-Baptiste Carpeaux, Metropolitan Museum of Art (NY)

Per chi ama il cinema, New York è una tappa obbligata. In ogni angolo della città, soprattutto a Manhattan, sono riconoscibili gli scenari visti in quasi tutte le serie TV più famose: da Friends a Law and Order. Possiedo un attico a New York, e l’ho vista centinaia di volte, ormai la conosco praticamente a memoria. I luoghi che prediligo sono i musei. Dal MoMa al museo americano di storia naturale (dove si vive

Parigi

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Tomba di Chopin – Cimitero

Sindrome di Parigi, o sindrome di Notre-Dame. Qualcuno sa di cosa sto parlando?
Secondo chi l’ha enunciata, è una patologia che colpì un gruppo di turisti giapponesi in visita alla capitale francese. Sono stati documentati una serie di svenimenti e deliri scaturiti alla vista della bellezza della cattedrale e di altri siti artistici. E di norma, viene denominata come malessere inevitabile che colpisce tutti coloro che hanno visto la città per poi tornare nelle loro realtà. Un po’ come il mal d’Africa, per

Roma

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La mia città è la mia casa. Viaggio molto, e spesso non la vedo per parecchio tempo, ma ultimamente ho deciso di stabilirmici finché mi sarà concesso farlo. Adoro la gente di Roma: la sua ironia e la sua intraprendenza. Ho trascorso qui la mia infanzia, quando per le strade camminavano artisti che ora riempiono i musei di tutto il mondo con le loro opere di inestimabile valore.
Sono nato in vicolo dei Soldati, dove ho vissuto con i miei genitori e i miei due fratelli: Lorenzo e Jacopo. Il mio

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