Lo chef è a vostro mezzo servizio. Il resto, mettetecelo voi.

Se siete capitati qui forse vi aspettate un blog di cucina o un ricettario. Mi dispiace deludervi, ma non è proprio così. Sarebbe giusto, da parte mia, sciorinare perle di saggezza sul come si fa a rosolare perfettamente un arrosto, o sul come far rimanere le verdure lesse verdi brillanti. Ma molti principianti che non fanno questo come lavoro, sono già informati, forse più di me… sono ironico, ovviamente. Vi svelo un piccolo segreto: non ne ho intenzione. Capisco che siete curiosi e volete svelati i trucchi del mestiere, ma per questo affidatevi alle migliaia di siti in cui poter scartabellare tra antipasti, primi, secondi e dolci. Qui troverete solamente ciò che ha deliziato il palato di chi amo, le ricette che mi richiedono le persone che voglio accontentare, perché io cucino per amore. Non sono scritte a caso, e non le condivido con voi per ingraziarmi nessuno: migliaia di colleghi e colleghe e centinaia di cuochi amatoriali pubblicano giornalmente on-line una banca dati più che sufficiente per farvi diventare dei gourmet. Se il vostro desiderio è stupire il commensale di turno, nelle librerie sono anche presenti numerosi volumi che spiegano procedimenti, ingredienti, insegnano persino come fare la spesa sia per non farvi fregare dall’esercente di turno, sia per imparare ad essere furbi e non credere che basta comprare una materia prima di alto valore monetario per preparare piatti indimenticabili. E, soprattutto, buoni. Mi è capitato diverse volte di sentire gente che pur avendo mangiato in ristoranti insigniti di stelle Michelin, non ha riscontrato un buon esito, alla fine del pasto. A volte vale più la fantasia e l’estro artistico dell’impiattamento, colpa dei vari talent che puntualizzano sul fatto che sia fondamentale saperlo fare. Vero, dato che soprattutto in cucina, l’abito fa il monaco. Ma è imperdonabile quando la voglia di creare un quadro va a discapito del sapore. La sperimentazione, la contaminazione culturale, le centinaia di chef che propongono le loro rivisitazioni su piatti della tradizione culinaria, sono un numero sufficiente di informazioni per far comprendere come questo mestiere sia un’arte a tutti gli effetti. Essere chef non lo valuto un lavoro: lo valuto un dono. Ed essere un grande chef, un dato di fatto. Un po’ come non aver potuto decidere di avere i capelli neri, o di essere praticamente perfetto. Se vi capita di proporre queste ricette a qualche vostro amico, alla vostra o al vostro compagno, sarei curioso di sapere com’è andata. Lasciate un commento, tanto per farmi sapere se avete avuto il successo che avrei avuto sicuramente io, se mi fossi trovato ai fornelli al posto vostro.

Palle di Ranieri (polpette al cavolo nero)

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Per l’impastoPer la salsa

Nel 1890 il pasticcere austriaco Paul Fürst volle rendere omaggio al genio di Wolfgang Amadeus Mozart dedicandogli un cioccolatino i cui ingredienti consistono principalmente in una palletta di marzapane e pistacchio ricoperta con crema di gianduia. Inizialmente portavano il nome di Mozart-Bonbon, ma per la forma vennero successivamente denominate Mozartkugel, Palle di Mozart, per l’appunto. Quando ho avuto occasione di sperimentare questa piccola polpettina di cavolo nero e verza, a fine cottura mi è balenata nella memoria l’esistenza delle Palle di Mozart, e allora ho deciso, ironicamente,

Costine alla Guinness

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Innanzitutto, riscaldate il forno a una temperatura di 200°. Mentre scalda, tritate insieme l’aglio, il sedano e la carota per preparare la classica base per un soffritto, poi mettete il tutto in una casseruola antiaderente con dell’olio extravergine d’oliva. Quando avvertite che gli ingredienti iniziano a sfrigolare, spegnete e aspettate di inserire le costine che preparerete a parte in questo modo. Adagiatele all’interno di una padella antiaderente col rametto di rosmarino che, per comodità, potete legare a uno spago, in modo da esser comodi a toglierlo a fine cottura, evitando

Tuber magnatum

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Vi sono differenti varietà di tartufo, dallo scorzone o tartufo estivo, (Tuber aestivum, vedere foto), a quello nero e via così, ma io vorrei soffermarmi sul tartufo bianco, il più prezioso. Tuber magnatum, per la precisione. Il più rinomato e gustoso arriva dall’area albese, in provincia di Cuneo, sebbene ce ne siano altre specie che arrivano da altre zone d’Italia come l’Umbria, le Marche o la Toscana.
Molti storceranno il naso nel leggere queste righe, e lo capisco: il tartufo o lo si ama, o lo si odia con ogni fibra

Olive piccanti

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Ecco una di quelle ricette semplici ma dannatamente buone. Si tratta di olive piccanti con aceto e prezzemolo. Come potete vedere, negli ingredienti ho consigliato 2 peperoncini, ma a piacere potete anche renderle più cattive.
Niente di complicato, anche un principiante può realizzare questo piatto e accontentare i palati più allenati, dosando la giusta quantità di aglio e piccante.
Su un tagliere, adagiate di volta in volta le olive e battetele appena con un batticarne, la pressione adeguata per “aprirle”, facendole crepare. Non esagerate nel battere con troppa veemenza, altrimenti rischiate (come

Linguine scampi e porri

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Per l’intingoloPer il pestoPer la decorazione

Se decidete di acquistare scampi ancora vivi, sbollentateli in acqua bollente non salata per pochi minuti. Altrimenti, sempre acquistati freschissimi, puliteli a crudo senza sbollentarli.
Mettetene due da parte (in base alla quantità di porzioni, valutate un numero di scampi sufficienti, ma sempre almeno due interi per ogni piatto.)
Per pulire gli scampi basta separarli dalla testa ed eliminare il carapace sotto l’acqua corrente. Attenzione alle dita, perché il carapace è spinoso. Vi consiglio di utilizzare una forbice, e praticare un taglio dalla coda alla testa. Con

Risotto mirto, mirtilli e Barbaresco

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Per il riso:
Per il brodo:

Non scervellatevi a capire il taglio giusto per il bollito di carne, basta dire al vostro macellaio di fiducia cosa dovete fare, e lui vi consiglierà il taglio giusto. Io utilizzo diversi parti, per comodità, come lo scamone e il muscolo. Se riuscite, fatevi anche dare un bell’osso di vitello, non ossobuco, ma il ginocchio che grazie al midollo, darà al brodo un sapore eccellente, senza contare che chi ama sgranocchiare la parte callosa si divertirà come un bulldog!
Mettete tutti gli ingredienti, dopo averli lavati e

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