Svariati mestieri, migliaia di specializzazioni, professionisti di questo o di quell’altro settore… al di là della vostra professione che potrebbe essere frutto di talento o di duro studio e applicazione, avete altre prerogative nella vita? Mi spiego meglio.
Mi disturba che ora sia tutto a portata di mano, tutto facile, tutto accessibile. Mi disturba per un unico motivo: si è perso di vista l’essenziale. Si è perso di vista il piacere di fare la spesa da un contadino che vende i suoi prodotti che ha curato personalmente e con amore, seminandoli, aspettando il sole o la pioggia.
Si è persa di vista la complessità di realizzare qualunque cosa perché tanto ci sono i professionisti: paghi e verrai servito. Se non si è in grado, è naturale rivolgersi a chi invece lo fa di mestiere, ed è anche salutare per far girare moneta corrente.
Molti anni fa (chiedetelo gli anziani) in casa bisognava saper far tutto. Non era così scontato rivolgersi a terzi se non per lavorazioni particolari. L’uomo di casa era fabbro, muratore, elettricista e idraulico. La donna era cuoca, sarta, lavandaia, educatrice e contadina. Non c’erano i “ritagli di tempo”, come si dice oggi. Non c’era sul serio il tempo materiale per dedicarsi alle personali passioni, quelle che adesso si chiamano hobby.
Reputatevi fortunati se dopo le otto ore lavorative riuscite a fare qualcosa che davvero vi piace. C’è chi spende questo tempo per mantenersi in forma andando in palestra o facendo esercizio fisico a casa, magari concedendosi una lunga e salutare passeggiata col cane. C’è chi dipinge, chi realizza un mobile antico, chi si cuce le tovaglie, le tende e i cuscini in perfetto pendant tra loro. E Dio ce ne scampi se la fantasia che la nostra dolce metà sceglie non ci fa illuminare gli occhi alla domanda: “amore, ti piace?”
Gli hobby sono il triste escamotage per sfuggire al tran-tran di tutti i giorni. Lavorare a maglia è hobby; costruirsi un tavolino è hobby: cucinare manicaretti più complessi dell’usuale consuetudine casalinga, è hobby. C’è chi nasce col talento dello scrivere, chi impara a suonare uno strumento da autodidatta: il genio non si insegna, lo sappiamo bene. Si migliora, si smussano gli angoli delle imperfezioni con lezioni mirate, ma dubito che chi non abbia talento per il pianoforte, anche se dopo dieci anni riuscisse a suonare Chopin meglio di Chopin stesso, lo farà con lo stesso cuore e la stessa attitudine. C’è chi ha occhio per le fotografie, anche se non ha mai frequentato corsi costosissimi e non si fa entrare in testa la difficoltà delle nuove macchine digitali che, praticamente, fanno tutto da sole, tranne trovare il soggetto perfetto da immortalare. Se facessero anche quello, sarebbe davvero un mondo di merda, il nostro.
Le vostre passioni sono diventati momenti che vi “ritagliate” solamente se c’è spazio, altrimenti, restano sospese e inespresse. E chi lo sa che tra voi non ci sia il nuovo Mark Shaw, il redivivo Dante Alighieri o il maestoso Beethoven? Anche loro avranno avuto degli hobby, perché del loro talento ne avevano fin sopra la testa, e ne hanno fatto una professione.
Probabilmente Beethoven amava fare decoupage utilizzando spartiti composti e mai suonati o cartoline dell’epoca, e magari Dante collezionava nodi da marinaio fatti da lui, o candele profumate da regalare a Beatrice! Digressione divertente… ci potrebbero essere centinaia, se non migliaia di esempi, in proposito.
Commenti recenti